Work 5.0 – Merito, performanza e felicità
“Merito, performanza e felicità” sono le tre parole-chiave attorno a cui si è tenuta l’ultima tappa del tour di Work 5.0, promosso da Crise21. Per comprendere dinamiche e meccanismi della società del XXI secolo occorre infatti tener presenti queste “tre chimere”. è a partire da qui, ad esempio, che si sviluppa il diverso approccio al lavoro da parte delle nuove generazioni.
A intervenire all’evento, tenutosi nel Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna, vi erano Sergio Bellucci (esperto di transizione digitale), Dario Carrera (fondatore di Impact Hub acceleratore sociale), Diego Castagno (esperto di politiche sociali e innovazione), Giampaolo Sodano (direttore del MondoNuovo.club), Stefano Zamagni (professore di economia) e il team di Melainsana (rappresentato qui da Gaia Bertotti, Giovanna Di Nuzzo, Federico Montagner, Margherita Pisoni, Simone P. Roca, Thomas Rosati, Giuseppe Scaletta e Francesca Schiesari). In particolare, è stata illuminante l’introduzione (disponibile sotto) del professor Zamagni sull’intreccio tra merito, performanza e felicità, da un lato, e mondo dello studio e del lavoro, dall’altro. Si è instaurato un vivace dibattito che è proseguito sul Melainsana Magazine con una Call for Papers dedicata.
Tra gli argomenti toccati l’accento è caduto sull’aleatorietà e la potenza del digitale, la forza dell’innovazione e le trappole della nostra felicità. Quest’ultimo aspetto ha poi prodotto un’interessante riflessione intorno al senso del lavoro e dell’impegno civico.
L’intero evento è stato dunque una critica al mondo che Teognide, già nel VI secolo a. C., aveva così descritto: “Oggi come oggi la cosa migliore è essere ricchi: se hai molti soldi, hai molti amici; se invece hai pochi soldi, hai pochi amici, e non sei considerato una brava persona”.